Partendo da Andria, con una piccola deviazione si giunge all'ingresso della Città di Corato, in un vialetto ombreggiato dalla centenaria chioma della roverella, tipica del paesaggio naturalistico pugliese, che condurrà al centenario ulivo. Proseguendo si incontrerà l'antica Chiesa Rupestre di Santa Lucia, situata sull'asse stradale traiano (concluso nel 109 D.C. per collegare Benevento con Brindisi).
Percorrendo le tracce della vita di Luisa Piccarreta, detta la Santa, si potrà giungere alla chiesa di San Vito, del XI-XII secolo, probabilmente appartenente ai Cavalieri templari e sorta sull'antica via traiana.
Riprendendo il cammino segnalato della Via Francigena si erge la Chiesa Matrice in via Duomo dove è custodita l'antico affresco della Madonna di Costantinopoli. Uscendo dalla città e attraversando tutto il suo centro cittadino (nei pressi l'ex convento di San Cataldo - attuale sede del Comune) si incontra la Corsa dei Cappuccini, che custodisce la tela del pittore fiammingo Gaspar Hovic, raffigurante San Nicola.
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La storia del Sud Italia, e dunque della Puglia, è costellata di invasioni straniere e scontri per il possesso dei territori. All’inizio del XVI secolo francesi e spagnoli si contendevano il Regno di Napoli. A volte, per risolvere le controversie su alcuni possedimenti, piuttosto che ricorrere a battaglie in campo aperto si preferiva affidarsi a sfide cavalleresche. Tra queste la più famosa è quella tenutasi a Trani, anche nota col nome più generico di “Disfida di Barletta”. La Disfida di Barletta fu uno scontro tenutosi il 13 febbraio 1503 nella mattina di Sant'Elia (in territorio di Trani, all'epoca dei fatti sotto giurisdizione veneziana), fra tredici cavalieri italiani (sotto l'egida spagnola) e altrettanti cavalieri francesi. Il confronto finì con la vittoria degli italiani.
Ancora nel XXI secolo si può osservare l'edicola con l'epitaffio che Ferrante Caracciolo, I duca di Airola, fece erigere nel 1583. Il monumento fu recuperato nel 1846 a cura del Capitolo metropolitano di Trani. Nel 1903 vennero aggiunti i versi di Giovanni Bovio.
Quisquis es, egregiis animum si tangeris ausis,
Perlege magnorum maxima facta ducum.
Hic tres atque decem forti concurrere campo
Ausonios Gallis altus adegit amor,
Certantes utros bello Mars claret et utros
Viribus atque animis auctet alatque magis.
Par numerus, paria arma, pares ætatibus, et quos
Pro Patria pariter laude perisse iuvet.
Fortuna et virtus litem generosa diremit:
Et quæ pars victrix debuit esse, fuit.
Hic stravere Itali iusto in certamine Gallos,
Hic dedit Italiæ Gallia victa manus.